Secondo le ultime stime dell'Istat, il contributo delle attività turistiche alle emissioni di gas serra nel 2015 era pari a circa il 6.3%. Il fattore determinante è legato all’intensità particolarmente elevata delle attività di trasporto.
Secondo uno studio pubblicato nel 2018 sulla rivista Nature Climate Change, il turismo sarebbe responsabile dell’8% delle emissioni di anidride carbonica dell’economia globale, una cifra che è tre volte maggiore rispetto alle aspettative. Queste stime si basano sull’analisi dei flussi di emissioni in 160 Paesi in un arco temporale che va dal 2009 al 2013, e tengono conto non solo delle emissioni relative al tragitto compiuto dal turista per raggiungere la località desiderata, ma anche del ciclo del carbonio connesso al cibo di cui sui nutrono, dei consumi degli hotel dove soggiornano, e di altre attività quali lo shopping, ad esempio.
E l’Italia dove si posiziona nello scenario globale?
Nel 2015 le attività turistiche hanno rappresentato il 10.4% della produzione dell’economia italiana, mentre il contributo delle stesse attività alle emissioni di gas serra e agli impieghi di prodotti energetici era pari a circa il 6.3% in entrambi i casi. Tale contributo appare più contenuto rispetto alla produzione complessiva, mentre il peso delle attività turistiche sulle emissioni totali di sostanze acidificanti e che determinano la formazione di ozono troposferico si attestava, rispettivamente, al 17.3% e al 19.2% (grafico 1). E’ quanto emerge dalle stime sperimentali delle pressioni ambientali generate dalle attività turistiche appena diffuse dall’Istat nell'ambito del conto integrato economico e ambientale del turismo. La metodologia usata per produrre tali stime è stata adottata nell’ambito del progetto Measuring the Sustainability of Tourism (MST), avviato nel 2015 dalla Organizzazione Mondiale del Turismo (United Nations World Tourism Organization, UNWTO).
Grafico 1. Profilo ambientale delle attività turistiche. Anno 2015 (incidenza percentuale sul totale dell’economia)

Fonte: Istat, Conti Integrati Economici e Ambientali del Turismo (2019)
In tutti i casi in cui si osserva un’elevata intensità di emissione complessiva connessa alle attività turistiche, il fattore determinante è legato all’intensità particolarmente elevata delle attività di trasporto. Si tratta soprattutto del trasporto marittimo nel caso dell’acidificazione (grafico 2a), dell’ozono troposferico (grafico 2b) e anche del trasporto aereo e stradale nel caso delle emissioni di gas serra (grafico 2c).
Grafico 2a. Acidificazione: intensità di emissione della produzione. Anno 2015 (ton PAE/miliardi €)

Fonte: Istat, Conti Integrati Economici e Ambientali del Turismo (2019).
Grafico 2b. Ozono troposferico: intensità di emissione della produzione. Anno 2015 (ton POT/miliardi €)

Fonte: Istat, Conti Integrati Economici e Ambientali del Turismo (2019)
Grafico 2c. Effetto serra: intensità di emissione della produzione. Anno 2015 (ton CO2 equivalenti/miliardi €)

Fonte: Istat, Conti Integrati Economici e Ambientali del Turismo (2019)
Il settore turistico, quindi, è responsabile di una parte significativa delle emissioni di anidride carbonica in Italia e nel mondo. Inoltre, recenti studi sul tema sembrano non supportare pienamente la tesi secondo cui il turismo possa rappresentare effettivamente una via preferenziale di sviluppo a basso impatto ambientale. In fin dei conti, quale altro settore se non il turismo rischia di risentire maggiormente degli effetti del riscaldamento globale?