Quale futuro per le infrastrutture portuali? Venezia e Chioggia verso il potenziamento
Come si prospetta il futuro delle infrastrutture portuali di Venezia?
È dell’8 febbraio la firma del Protocollo d’intesa per il potenziamento infrastrutturale degli scali marittimi di Venezia e Chioggia fra il Gruppo FS Italiane l’Autorità del Sistema Portuale del Mar Adriatico Settentrionale. Obiettivo del gruppo di lavoro congiunto è l’individuazione di interventi di upgrading della rete a servizio del trasporto merci del porto.
Qual è lo stato del commercio via mare in Italia?
Secondo Assoporti, nel 2016 il volume complessivo di merci trasportate via mare è stato di 10,047 miliardi di tonnellate, pari all’80% del commercio mondiale.
I porti sono dunque una realtà commerciale che conta, anche per quanto riguarda l’Italia. Il Mediterraneo, in particolare, rappresenta un’area strategica per le relazioni commerciali italiane. A settembre 2016 infatti, l’import-export via mare tra l’Italia e l’area Mena ha sfiorato i 40 miliardi di euro, pari all’ 80% del totale degli scambi effettuati dall’ Italia in quest’area. Sempre rispetto agli scambi con il Mediterraneo, tra i paesi europei l’Italia rappresenta il valore più elevato degli scambi marittimi, con 51,2 miliardi di euro (seguono la Germania e la Francia, rispettivamente con 44,7 e 38,3 miliardi di euro).
Qui alcuni dati rispetto ai quantitativi di merci movimentate nei porti italiani nel 2016.
Fonte: Assoporti, 2017
Rispetto a Venezia, il dato positivo delle 25.244 tonnellate di merci movimentate giustifica e contestualizza la scelta del nuovo Protocollo di intesa.
Aumento della domanda ferroviaria
Lo scopo del Protocollo d’intesa non è solo migliorare le infrastrutture portuali (in relazione alla crescita dei traffici già registrata e all’ulteriore sviluppo previsto) ma anche implementare le loro connessioni con la rete ferroviaria nazionale. Questo settore di traffico nel 2017 è cresciuto del 43% e le previsioni di Assoporti vedono un possibile aumento anche nei prossimi anni.
La domanda ferroviaria dello scalo portuale di Venezia nell’ultimo anno ha registrato un +25% in peso rispetto al 2015 (5.250 treni e 2,2 milioni di tonnellate), confermando la crescita anche nel 2017 (+4,3% in peso rispetto al 2016 e +2,3% numero di treni rispetto al 2016).
Secondo il comunicato stampa, i primi interventi saranno finalizzati all’incremento del numero dei binari e all’adeguamento del modulo a 750 metri, che consentiranno di aumentare la quota del traffico merci da e per il porto di Venezia, uno dei principali nodi della rete europea. Saranno valutati, inoltre, interventi per il ripristino del collegamento ferroviario tra il porto di Chioggia e la rete nazionale.
Gli step futuri
La seconda fase di interventi prevede invece la realizzazione di ulteriori nuovi collegamenti tra la rete portuale e quella nazionale e il potenziamento del nodo di Venezia Mestre – Marghera Scalo. Le merci transitate per il porto di Venezia intercettano due dei principali corridoi europei: quello Mediterraneo, che collega la Penisola iberica al confine dell’Est europeo passando per la dorsale italiana Torino – Trieste, e il Corridoio Baltico–Adriatico, che connette importanti porti italiani, come quello di Venezia, all’Austria e ai mercati del nord Europa.
“Questo tipo di interventi – ha dichiarato Maurizio Gentile, amministratore delegato Ferrovie – rientra nella più ampia strategia di sviluppo dell’intero sistema logistico del Paese, che ci vede impegnati con l’obiettivo di incrementare il trasporto merci su ferro, attraverso il potenziamento della rete ferroviaria nazionale, l’adeguamento agli standard internazionali, il miglioramento della connettività dei porti con le altre infrastrutture di interscambio, i valichi internazionali e le linee che fanno parte dei corridoi TEN-T”. (reti Transeuropee per i trasporti, l’energia e le telecomunicazioni)