I dati sugli andamenti demografici e il tema dello spopolamento in Italia pubblicati da EyesReg
Dalla metà del 1900, in Italia,
il saldo naturale della popolazione è negativo e la popolazione cresce grazie all’immigrazione.
A livello sub-nazionale, però, già dagli anni ’50 molti territori hanno sperimentato e stanno sperimentando un processo di diminuzione della popolazione, che può essere, nelle piccole aree, denotato come spopolamento. In queste aree, infatti, ad un saldo negativo tra nascite e morti, si è affiancato e si affianca un saldo migratorio negativo. In territori marginali del paese, infatti, il fenomeno dell’emigrazione, iniziato negli anni dell’industrializzazione, non si è mai concluso.
Queste le considerazioni iniziali dello studio di
Cecilia Reynaud e Sara Miccoli pubblicato su
EyesReg (Vol.8, N.3, Maggio 2018).
Questo studio analizza l’interazione fra lo spopolamento e l’invecchiamento della popolazione in Italia tra il 1951 e il 2011 in 8029 comuni, secondo i dati ISTAT forniti dai Censimenti Generali della Popolazione e delle Abitazioni.
Tra il 1951 e il 1981 il processo di spopolamento è stato forte: nel primo decennio ha coinvolto il 63.9% dei comuni analizzati, e nel secondo periodo la percentuale è salita al 65.5%. La popolazione, parendo da comuni più rurali e montani, si è spostata in zone più urbane ed industrializzate, le quali hanno conosciuto un aumento notevole degli abitanti, dovuto anche ad una crescita parallela della popolazione italiana. Negli anni successivi, tra il 1971 e il 1981, questo trend è rallentato: la popolazione italiana è aumentata del 4.5% e solo la metà dei comuni considerati ha sperimentato una variazione negativa della popolazione. Solo in questo periodo comincia ad emergere la relazione tra invecchiamento e spopolamento, i quali presentano un coefficiente di correlazione pari a 0.6. Negli anni tra il 1981 e il 1991, la media dell’indicatore dello spopolamento era pari al 7.6% e la percentuale di comuni spopolati lievemente più bassa (48%). Il contrario si è verificato negli anni tra il 1991 e il 2001: il processo di spopolamento è accelerato, soprattutto nel Mezzogiorno, interessando il 66% dei comuni. Al Nord, invece, sono stati solo il 35% i comuni toccati da questo fenomeno e, in particolare, il Nord Est, grazie all’immigrazione straniera, ha visto il ripopolamento dei comuni che un tempo erano stati abbandonati. Infine, tra il 2001 e il 2011, il numero di comuni spopolati è diminuito (meno del 40%), ma il processo è ancora in atto tra i paesi del Sud.
In conclusione, lo spopolamento e l’invecchiamento nei comuni italiani continuano ad essere importanti, con grandi differenze tra il Nord e il Sud. L’immigrazione non è risolutiva per il ripopolamento di questi territori, che si trovano ad affrontare delle grosse sfide demografiche e socio-economiche.
Tutti i dati e gli approfondimenti disponibili al seguente link: